Appunti settimanali #1: fumetti

Per Natale si leggono fumetti perché è meno impegnativo.
No, perché qualcuno me li presta e gli sono grato.

La terra dei figli – Gipi
La prima parte è esattamente ciò che ci si può aspettare da Gipi che rifà La strada di McCarthy: il padre, i figli, la violenza, il fiume. Il tutto in salsa apocalittica, illustrato da tavole splendide e terribili. La seconda vira verso una piú facile critica del sociale contemporaneo, ma fin troppo plateale e priva di ambiguità. Qualche strizzata d’occhio (i gattini! i laik!) che fa sorridere ma non sposta di niente il discorso, anzi, rinforza le mura delle filter bubble dentro le quali viviamo, entrando a far parte di quella eco indistinta che ci conferma come gli altri siano stupidi e noi migliori.

Six gun gorilla – Simon Spurrier/Jeff Stockley
Quella che sembrava una goliardata (riprendere l’improbabile personaggio di un gorilla western del 1939), un omaggio postmoderno e divertito, diventa una vera e propria esplorazione metanarrativa, dispiegata su più livelli ed efficace in ogni suo risvolto, con un’invenzione a ogni pagina (non proprio nuova, ma incastrata benissimo): le truppe suicide, la guerra intrattenimento, il potere militare-televisivo, il pianeta senziente, la trasmissione globale. Tanto che alla fine dei sei episodi se ne vorrebbe ancora (ma d’altronde non potevano essere uno di più né uno di meno, ed è giusto cosí). Sorpresa dell’anno (passato).

Kraken – Emiliano Pagani/Bruno Cannucciari
Un conduttore televisivo decaduto, un paese di pescatori, disgrazie, credenze macabre popolari, un bambino con dei problemi, un mostro ancestrale in agguato.
Bellastoria d’orrore, dove il Kraken non è nascosto tanto negli abissi quanto fra gli esseri umani: per questo e per altri motivi ho pensato tutto il tempo a come potesse essere un bel numero di Dylan Dog (ho poi scoperto che Pagani ha da poco scritto davvero un Dylan Dog – non lo sapevo, recupererò). Labile la differenza con il (miglior) fumetto da edicola, anche se qui gli autori sfruttano giustamente la maggior libertà di formato e lunghezza. Non ci sono sconti né punizioni: i mostri esistono e sono fra noi.

Il porto proibito – Teresa Radice/Stefano Turconi
Anche questo è un fumetto di mare, ma che vorrebbe essere un romanzo e soprattutto non appartenere alla nostra epoca. Il mistero di fondo non sembra altro che una scusa per farci fare un gito nel mondo marinaresco ricreato a puntino dagli autori, un mondo curato in ogni dettaglio, molto ben disegnato, profondo il giusto. I dialoghi però risultano fin troppo romanzeschi e impacciati, così come i personaggi già visti. Alla fine non mi resta molto oltre le belle immagini evocative e un odore di mare.