(breve) viaggio in Portogallo #16

GIORNO 6 – SOUVENIR DI LISBONA
I viaggiatori lasciano Lisbona di prima mattina, almeno per i loro standard, perché Sintra ed altre tappe aspettano, prima di poter tornare a dove questo viaggio è iniziato e finirà: Porto. Con loro porteranno principalmente due souvenir: un viaggiatore custodisce in valigia il già citato cd di fado del famoso cantante Joao Carlos, l’altro una piccola forma di buonissimo formaggio acquistato in un negozietto tipico e incartato in modo da resistere ai giorni e alle temperature del viaggio, o almeno così ha assicurato la signora della bottega.

GIORNO 6 – SINTRA, CAMMINARE PER I MONTI, AMMIRARE LE VALLI
Sintra è una piccola cittadina subito fuori Lisbona, famosa principalmente per il Castelo dos Mouros e il Palácio da Pena, raggiungibile solo attraverso il primo, a sua volta costruito e nascosto fra le rocce e le querce della Sierra. Il castello, come dice lo stesso nome, è stato costruito dagli arabi, già mori in altri tempi, nel VII secolo, mentre il bizzarro palazzo è un’invenzione dell’architetto Ludwig von Eschwege atto a divenire la residenza estiva dei regnanti portoghesi da inizio 1800.
I viaggiatori parcheggiano l’automobile e non si scoraggiano (troppo) per la camminata da fare su per il monte, alla ricerca di quel castello così lontano, almeno a vedere da centro della piccola ma bella città di Sintra. La visione non si rivelerà così errata, in quanto effettivamente c’è da camminare abbastanza, su per vie lastricate prima e per sentieri sterrati poi, ugualmente ripidi, ugualmente affascinanti, per il viaggiatore che non sentisse la fatica. Le mura del castello si palesano dopo non molto che i viaggiatori si inoltrano nel bosco di querce, anche se il pezzo forte è situato in cima, sulla sommità della Sierra, a dominare la vallata, granitico e minaccioso. In realtà, i viaggiatori giungeranno giusto alle basi del castello, per poi deviare verso l’ancor più lontano e famoso Palácio da Pena. Una volta oltrepassata la foresta, ai piedi dell’ultimo pendio dove inizia il giardino del palazzo, i viaggiatori, oltre ai biglietti per il suddetto giardino, comprano anche due gelati della Olá, che altri non è se non l’azienda di gelati più famosa in Italia con il nome di Algida. I nomi della ditta sono i più svariati, ma questo piace ai viaggiatori più di altri (come il tedesco Langnese o lo svizzero Lusso). Non sono ancora molti i chilometri, per non dire i metri, da percorrere, tuttavia i viaggiatori, presi dalla stanchezza, alle gambe e al portafogli, si fermano ai piedi di quel guazzabuglio di stili architettonici che è il Palácio da Pena. Nelle stanze e nelle torri si mescolano manuelino, gotico, arabo, rinascimentale, senza soluzione di continuità, andando a creare una creatura irripetibile e dal dubbio fascino, che però ammalia i viaggiatori e li convince della loro lunga e irta camminata.

GIORNO 6 – SINTRA, UNA MULTA
I viaggiatori, di ritorno all’auto, hanno una brutta sorpresa: una letterina infilata nel tergicristallo anteriore sta lì a ricordare ai proprietari dell’auto in questione che non si può pagare il parcheggio fino alle 14 e tornare alle 16.30. I viaggiatori rimangono prima stupiti, come se una cosa simile non potesse capitare a loro, durante il loro viaggio, la loro vacanza, poi preoccupati per l’ammonto della multa, dato che già i loro fondi per il viaggio sono sempre meno. Per fortuna, l’importo della multa è talmente basso che i viaggiatori stessi stentano a comprenderlo e accettarlo per qualche minuto, poi concepiscono che davvero la loro multa consiste in due euro (2€) da pagare alla polizia di Sintra entro le 16, all’ufficio postale o tramite versamento. Purtroppo, i viaggiatori comprendono rapidamente di essere in ritardo anche per pagare la multa direttamente alla polizia, oltre che per non prenderla affatto, si dirigono così al primo negozietto aperto, chiedendo dell’ufficio postale, coscienti che la propria carta di credito non possa pagare la multa, non essendo portoghese. Al negozio però, dopo un veloce e troppo difficile scambio in portoghese fra i proprietari, non indicano l’ufficio postale ai due viaggiatori, nonostante le loro continue richieste, ma si offrono addirittura di pagare la multa loro. Così i viaggiatori se la cavano facilmente, accompagnando il signore al primo bancomat e dandogli una piccola moneta dove il simbolo reale portoghese spicca sullo sfondo dorato.
Così una brutta sorpresa si è trasformata nell’ennesima bella sorpresa, che ormai più che sorpresa è una conferma, sulla gentilezza e disponibilità lusitana.

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