(breve) viaggio in Portogallo #2

GIORNO 1 – PORTO, UN PRIMO SGUARDO
L’ostello del primo giorno (Sol da nave) è piccolo, ma comodo ed economico, situato vicino a Praça do Marquês de Pombal, dove ferma la metro che porta al centro. I viaggiatori non indugiano oltre e si dirigono verso Ribeira, il quartiere sulla riva del fiume, fermandosi però alla stazione precedente per poter ammirare parte della città, camminando fra gli antichi palazzi, le strette viuzze, i monumenti e le piazze. Dopo un breve ed economico pranzo in un bar, a base di specialità salate di cui non ricordano i nomi, anche se è rimasto loro impresso in memoria un panzerotto ripieno di polipo assai gustoso, i viaggiatori visitano quindi la famosa Torre dos Clérigos e la chiesa adiacente, venendo travolti per la prima volta dal manuelino, il barocco portoghese, uno stile che, a prescindere dai gusti, i viaggiatori non credono possa lasciare indifferenti.
I viaggiatori hanno poi visitato il vicino Centro Português de Fotografia, situato in quella che nel 1785 fu costruita come prigione, attirati anche dall’entrata gratuita, bisogna ammetterlo, osservando i vari lavori premiati del Prémio de Fotojornalismo 2013 e l’esposizione temporanea sulla Torre dos Clérigos e i suoi fotografi.
I visitatori hanno proseguito poi vagando per le vie del centro, fra strette viuzze, case fatiscenti, azulejos, sali e scendi. Porto è costruita sull’argine nord del fiume Douro, alla sua foce, ma non è affatto piana o comoda, così come Vila Nova de Gaia, la città sull’altro argine, che poi non si distingue da Porto se non per il confine naturale del largo fiume giunto quasi alla sua fine. Le discese, e così le salite, lungo gli argini sono così ripide da sviluppare sostanzialmente due lungofiume su due livelli (molto) differenti. In particolare, il Ponte Dom Luís I, costruito a fine ‘800 da un allievo di Eiffel (sì, quello della torre), si sviluppa su due piani, collegando le città ad entrambi i livelli, quello più alto dedicato alla metro, quello più basso alle automobili, entrambi percorribili dai pedoni.

GIORNO 1 – PORTO, SCALE E ASCENSORI
Per risalire da Ribeira al livello superiore, dove è situata la splendida Sé, o Cattedrale che dir si voglia, si può prendere una specie di ascensore che risale il ripido pendio per il prezzo di 2€ a persona e, come scoprono i viaggiatori con sommo sgomento, non vale il biglietto 24h per metro, bus e mezzi pubblici. I viaggiatori, che come forse si è capito non vivono nell’abbondanza e preferiscono non sperperare quantomeno nel primo giorno della vacanza, decidono di inerpicarsi per la scalinata adiacente. La suddetta scalinata attraversa i quartieri più poveri forse di Porto e, più che un panorama sul lungofiume, offre uno scorcio su angoli trascurati e nascosti della città. Non tanto la ripidezza dei gradini quindi scoraggeranno i viaggiatori ad una successiva risalita durante le ore notturne, quanto gli angoli bui delle case fatiscenti, ammucchiate una sopra l’altra. Nonostante ciò, il narratore, che ama l’autenticità di Porto anche nei suoi lati più oscuri, non sconsiglia affatto la scalinata, quantomeno durante le ore diurne.
I viaggiatori erano già stati avvisati e, come previsto, hanno notato scorci e personaggi dubbi, edifici e persone menomati dal tempo, così come mendicanti avvicinati per l’elemosina o per caso. Questo avviene e avverrà solo a Porto, senza che i viaggiatori sappiano spiegarsi il perché, ma anche per questo il narratore sostiene l’autenticità di Porto come città non ancora piegata al turismo, ma pulsante di una vita propria, che sia povera o meno.
Piccola nota folcloristica: i gradini della scalinata sono 125, sempre che uno dei due viaggiatori, quello che solitamente conta i gradini, non abbia sbagliato a contare.

GIORNO 1 – PORTO, TRAMONTI E RISTORANTI
I viaggiatori giungono sull’altro lato del fiume Douro al tramonto e si fermano ad ammirare il sole prima riflettersi nelle ultime acque del largo fiume, per poi immergersi in quelle più fredde e salate dell’oceano. Il panorama, dai piedi dello splendido, ma chiuso al pubblico, Mosteiro da Serra do Pilar è stupendo e questo basta ai viaggiatori per soffermarsi ancora, fino a che non è troppo tardi. I viaggiatori ancora non lo sanno, ma scopriranno a breve di non essere in Spagna, specie per quanto riguarda gli orari dei pasti serali.
Dopo una veloce doccia, i due viaggiatori tornano su Ribeira per la cena e scoprono, con somma delusione, che le undici di sera non sono un orario consono. L’ultima speranza è riposta in un bel ristorantino rialzato dalla vista splendida. L’amara sorpresa però sarà il conto, specie in relazione a quanto e cosa mangiato. Il narratore non può che sconsigliare vivamente il ristorante Mercearia di Porto, in quanto adibito esclusivamente per i palati meno esigenti e i portafogli più gonfi dei turisti. Si rivelerà il secondo pasto più costoso del viaggio e di certo non fra i migliori, per quanto dignitoso.

GIORNO 1 – FOTO, INCIDENTI E RIPARAZIONI
Già il primo giorno, incredibile a dirsi, uno dei due viaggiatori, decisamente il più maldestro, ha fatto cadere l’unica macchina fotografica a disposizione nella chiesa dos Clérigos, danneggiandola forse non irreparabilmente. Infatti, grazie anche agli attrezzi forniti dal gentilissimo portinaio (tale Giovanni o equivalente portoghese), il secondo giorno i viaggiatori riusciranno a riparare in qualche modo la macchina, facendola tornare a nuova vita, se non dal punto di vista estetico, almeno da quello funzionale.
Sta di fatto che le foto dell’indescrivibile panorama sul Douro sono state fatte con il cellulare. Premesso che racchiudere quella vista in una foto non le avrebbe reso giustizia in ogni caso e che la macchina fotografica a disposizione non fosse di qualità superiore, la tentazione di documentare il tutto è rimasta e farlo con un cellulare rattrista abbastanza i viaggiatori.

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