capi d’accusa

Un documento esemplificativo di un clima in cui i confini tra pratica filosofica, pratica religiosa e pseudo-sapere magico tendono a farsi sempre più labili è l’opuscolo Sulla magia dello stesso Apuleio, ovvero la sua apologia dopo essere stato accusato di magia per essere riuscito a sposare una ricca vedova. Ma tra i capi d’accusa che gli vengono mossi figurano anche quello di usare il dentifricio e soprattutto quello di essere un philosophus formosus – un filosofo di bell’aspetto – una dota evidentemente incompatibile con l’immagine tradizionale del filosofo.


[Costantino Esposito, Pasquale Porro, Filosofia antica e medievale, p. 209]