Esercizi di stile: sostituzioni

Raggiungo casa in motorino, ascoltando i Bauhaus, col camion che mi taglia la strada e le aspettative di vita.
Appena mi tolgono casco e guanti, vengo trasportato al pronto soccorso. Mi fanno tutto un discorso vago su un’applicazione cutanea che devono fare, poi mi dicono “vedi un po’ tu cosa vuoi fare”.
Capisco solo dopo una certa insistenza che si aspetterebbero da me un’autorizzazione scritta e controfirmata all’operazione in questione (compito presumibilmente del dottore che ha ospitato e visitato il paziente).
Nel pomeriggio, dopo un giro di consulti, ottengo finalmente l’agognata conferma da un’infermiera deferente dell’ospedale di cui il mio corpo è paziente. Firmo l’autorizzazione a procedere al mio dottore assegnato, il quale mi ringrazia e mi promette la sua professionalità.

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