Il risveglio a Müncheberg (dopo una notte faticosa passata a digerire la cena) non è dei più sereni: fuori dalla finestra il diluvio e le previsioni metereologiche relativamente rassicuranti di ieri hanno lasciato spazio a nuvole di tempesta per quasi tutto il giorno.
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bici
Appunti fra Germania e Polonia (parte 1: da Moabit a Müncheberg)
La via più breve per superare il confine fra la Germania e la Polonia partendo da Moabit è raggiungere Kostrzyn nad Odrą.
Il modo più breve per superare questa distanza non è percorrerla in bicicletta, ma a noi piace così.
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Gita a Buckow
A circa una settantina di km da Berlino, a Buckow, c’è la Brecht-Weigel-Haus.
Anche se non siamo dei gran lettori di Brecht, ci sembra un buon motivo per andarci. In bici.
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Una nuova esperienza
Oggi ho provato una nuova esperienza:
ho dovuto pedalare per andare avanti…in discesa.
(con una pendenza neanche ridicola)
(mentre pioveva)
(non poco)
Interrogativi
Oggi sono stato redarguito da una bambina di circa otto anni, perché stavo andando in bici sulla pista ciclabile contromano. Iniziano da piccoli.
Ma cosa ci faceva una bambina di otto anni da sola in bici, in giro per la campagna?
E soprattutto, cosa ci faceva il furgoncino di gelati Da Luigi’s in un parcheggio dimenticato da Dio, nascosto fra i campi di Gievenbeck?
Ritorno a Münster
Guidare a Münster mi ha fatto un po’ strano, rivedere questi luoghi, queste strade, dopo tanto tempo e da una prospettiva leggermente cambiata. Non più quella del ciclista che pedala veloce da casa al lavoro dal lavoro alla palestra dalla palestra a casa, ma quella dell’autista attento alle suddette bici e si guarda attorno spaesato senza sapere se e quando verrà convocato dall’Agentur für Arbeit.
Incredibile come un lieve mutamento di prospettiva possa cambiare il volto di una città, o ancora meno, di un quartiere.
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Pesaro-Gabicce (e oltre)
Ieri ero lì che mi guardavo Bolt venire investito da un cameraman cinese (dopo aver dominato i 200 alla faccia di Gatlin), quando suona il campanello il mio amico G.
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Un’altra cosa
Un’altra cosa che mi era mancata: la città di notte, calda e vuota.
Girarci in bici senza un motivo, vedere il riflesso dei lampioni negli occhi dei gatti, gli unici che mi attraversano la strada, le serrande abbassate, le tende chiuse, sedie e panchine vuote, graffiti, scritte a mano, cartelli di legno, intonaci rotti, qualche televisore, finestre aperte, un vecchio ogni tanto affacciato che guarda la strada, le stelle da qualche parte, silenzio e sudore.
Alberi di Natale
Ci sono giorni che andare al lavoro in bici prima dell’alba e dello zero centigrado mi pesa più di altri.
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A notte fonda
Quando mi preparo ad uscire a notte fonda, dietro al mio numero 15 e dentro tre strati di qualunque cosa, Morricone nelle orecchie e 3 gradi sotto zero fuori, a volte mi viene il dubbio di stare sbagliando qualcosa.
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