Oggi è il giorno del mio compleanno, ma vado in ufficio lo stesso, ascoltando la musichetta di Buon Compleanno.
Porto la torta e i pasticcini per tutti, ma il capo mi chiede comunque un lavoro. Una cosa da poco, un documento da richiedere a un’altra ditta di cui siamo clienti. Lo faccio prima della pausa pranzo, così poi possiamo festeggiare. Ho portato anche lo spumante.
Inoltro il documento e vado a vedere se va tutto bene, ma quando entro nell’ufficio del capo è tutto buio.
Le luci si accendono e…sorpresa! Ci sono tutti i miei colleghi che mi hanno preparato una festicciola lì nell’ufficio. Che carini! C’è anche il regalo, dentro una busta. La apro subito e… sono stato licenziato.
compleanno
ventinove
Ventinove è un numero che mi è sempre piaciuto, per qualche motivo.
Ma ora, a ventinove anni, ci sono tante cose che devo accettare di non poter più fare o essere: sono vecchio come atleta (di quasi qualunque sport), non posso più essere un giovane genietto del computer (ma a questo non ho mai tenuto particolarmente), non posso neanche più spacciarmi come neo-laureato (e fra un po’ neanche per dottorando), sono vecchio come icona rock (che anzi si sarebbe suicidata già due anni fa, all’apice del successo) e anche come bambino prodigio del pianoforte, fra poco sarò vecchio anche per pagare meno il cinema e partecipare alle rassegne di giovani documentaristi.
Per fortuna, per quanto il trend sia abbassare l’età media anche lì, fra gli scrittori c’è anche qualcuno che mi concede un po’ di tempo. Grazie Saramago, che hai iniziato la tua carriera da romanziere a 55 anni.