Contro i gourmet

Medio o grande?

Eppure, il successo di questa cucina veloce tra le leve più giovani non è dovuto all’assenza di rituale, ma al fatto di offrire un rituale alternativo, adatto ai nuovi valori. Un pasto in un McDonald’s, secondo Farb e Armelagos, può essere interpretato come un rituale sociale e religioso. «Il pasto per un cliente abituae dei McDonald’s avviene sotto il segno del doppio arco dorato, in momenti convenuti per la colazione, il pranzo e la cena. È un rituale caratterizzato dall’uso di un vocabolario e di certi gesti prescritti da altri che non sono coloro che utilizzano tale vocabolario o compiono tali gesti, codificati in un qualche testo, sacro come la Bibbia.» Infatti, la multinazionale McDonald’s ha creato un manuale di trecentosessanta pagine destinato ai suoi dipendenti, per imparare a cuocere e servire hamburger, patatine e bibite gassate. Inoltre, i dipendenti si formano in brevi corsi speciali nella cosiddetta Hamburger University, a Elk Grove, nell’Illinois, e ogni assiduo dei McDonald’s conosce un linguaggio estraneo al mondo esterno: «Vorrei un Big Mac Menu». «Medio o grande?»

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Opulenza


Ogni supermercato sommerge il compratore di «formaggi freschi» e lo ricopre di fette di formaggio con cui imbottire il suo corpo e il suo spirito. Non mancano neppure quelli meticci, con corpo di formaggio e anima di prosciutto affumicato, per esempio. Formaggi che sanno di salmone, di avocado, di qualsiasi cosa tranne che di formaggio. Come accade sempre nella civiltà che ci caratterizza, ogni opulenza nasconde una miseria.

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