un urlo

Ti piacerebbe recarti in quella segreta come una Veronica e appoggiare un telo sul suo volto per incidervi il rictus sincero di chi sta per morire. È sincero qusto rictus? Forse la cultura non ci ha educati a scegliere il rictus della morte, persino l’ultima frase? Che griderebbe l’essere umano senza cultura davanti alla presenza della morte? Un urlo, il linguaggio più sincero, un urlo o in sua mancanza la tristezza biologica del rassegnato che apre le porte del corpo alla morte con una malinconia schiacciante, con gli occhi interiori chiusi davanti all’inevitabile.


[Manuel Vázquez Montalbán, Galíndez, 1990,
trad. Hado Lyria, Frassinelli, 1991]