visto ieri sera, è dichiaratamente una favola grottesca* ed è formalmente coerente dalla prima inquadratura all’ultima, quindi mi sembra che molte critiche lette in giro non colgano proprio il punto (chi cerca realismo in una favola?**) – l’unica critica su questa linea che potrei condividere in una prima istanza è quella di quando [SPOILER] sono entrambe sveglie verso la fine, apparentemente rompendo un meccanismo interno alla trama, ma di nuovo: non siamo nel campo dell’hard sci-fi, ma della favola: è tutto allegorico, e quella è una rappresentazione più evidente che mai (ci torno) dell’animo scisso della protagonista, giunta all’apice della schizofrenia [/SPOILER]
condivido invece la critica di didascalismo: non ce la possono fare, io accetto/apprezzo anche la tamarraggine, però non è questo il punto: tutto è ribadito, ripetuto, spiegato allo sfinimento – una mia personale crociata è contro le faccine in dissolvenza che ricordano una scena vista esattamente cinque minuti prima (questo è uno stilema/malattia di tutto il cinema americano, mi rendo conto, ma la odio, sempre da sempre)
trovo molto calzante chi sottolinea l’antidualismo del film, l’aspetto che forse me lo fa piacere di più: secondo una visione cartesiana la mente dovrebbe essere la stessa, ma chiaramente si comporta diversamente a seconda del corpo in cui si trova, antidualismo che spiana la strada alla proiezione come metafora su altre possibili significazioni (ecologica con essere umano/sue che sfrutta la terra/elizabeth)
l’aspetto cinematografico: pop, tamarro, eccessivo, citazionista, grottesco -> a me alla fine è piaciuto (a parte il fatto che, come tutti i film americani dell’ultimo decennio, poteva durare meno) / design ottimo (per quel che ci capisco) / suono anche: bellissima Anna von Hausswolf sul finale
*come Barbie, come Poor things, si potrebbe riflettere sul perché i cosiddetti film femministi americani ricorrano sempre a questo tipo di narrazione, rifuggendo ogni realismo, che pure potrebbe mostrare forse anche meglio il maschilismo della nostra società (poi la critica non è ai film in sé, né allo sfogo fantastico o alla struttura fiabesca, tutte cose che mi piacciono)
**ho letto sia critiche femministe che maschiliste:
– prima le seconde: gli uomini sono tutti grotteschi? *tutti* i personaggi tranne lei/loro sono grotteschi – sono tutti uomini? lei vive chiaramente in un mondo infestato da uomini che determinano non solo la visione del mondo ma persino la visione che ha lei di se stessa (v. Atwood***) – e non è realismo questo?
– le critiche femministe sull’iper-sessualizzazione della donna? ma è proprio quello il punto del film, è tutto dal punto di vista di lei, e lei stessa si sessualizza (vedi sopra) e vive la propria carriera (e vita, non c’è altro oltre alla carriera, come si evince dalla settimana da vecchia!) tramite la propria sessualità (e non è ovviamente una colpa, anzi, è il mondo che lo esige da lei e lei interiorizza): sono contento che il film non moralizzi sulla protagonista ma stia sempre (proprio sempre, anche nell’ultimo atto) dalla sua parte – il mostro è la vecchiaia, la chirurgia estetica, non importa, il confronto impossibile con gli standard della gioventù/televisione/società – amatela sempre e comunque, è lei, è la nuova carne
***“You are a woman with a man inside watching a woman. You are your own voyeur.”
(detto questo, per me ok, non capo ma neanche disastro)