Augusto Frassineti

Parole del 2015

Quando non gliene frega più nessuno, quando ogni cosa ha perso di senso, quando ci si è trovati al cospetto della morte, nudi e indifesi ancora una volta, come sempre, ora, senza nessun motivo, mi è venuta voglia di fare quel gioco della settimana delle classifiche. Senza classifiche. Senza regole. Senza niente.

Solo qualche libro che mi è passato per le mani e vale la pena di essere ricordato.
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Non è da escludere

Non è da escludere, alla fine, che i ministeriali afroneici (non pensanti) siano invece degli illuminati, e che il loro diffuso e accentuato stato di denutrizione corrisponda a necessità di collegamento metapsichico con simmetrie ministeriali precluse alla cogitazione ordinaria, dove, al posto degli immortali, potrebbero trovarsi i Ministri, gli ispettori generali, i ca ga netto, ta ri olari e simili.

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Funzionalmente la stessa cosa

Di che cosa non è capace un Facente Funzione? La precarietà della sua posizione di potere lo induce infatti a condensare nel breve giro di un incarico tutta la somma dei «piaceri» ministeriali che un titolare può concedersi distribuiti con metodo in un lungo ordine d’anni. Ho tenuto sotto osservazione uno di costoro, tale cav. Trentamani, un caso fra tanti. Con incursioni notturne e agguati di vario genere, egli riuscì in pochi giorni a depredare i propri dipendenti di tutte le disposizioni (decreti, circolari, ordini interni ecc.) riguardanti le materie dei rispettivi uffici, così da essere l’unico a sapere cosa e come si dovesse fare in qualsiasi occorrenza. Molti furono i piccoli impiegati puniti retrocessi o licenziati sotto la sua reggenza. Alcuni si tolsero la vita. E non mi par dubbio che l’albero della conoscenza di Adamo e l’archivio segreto del cav. Trentamani siano funzionalmente la stessa cosa.

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Non più e non soltanto del sangue e della carne

«Posto che non sia troppo tardi, — incalzava il dott. Caverna, — occorre capire bene nella testa una volta per tutte che esiste e sempre più vigoreggia nel mondo un modo ministeriale di essere, di intendere e di volere, una forma ministeriale della realtà; che i regimi prima di essere dispotici o liberali, monarchici o repubblicani, aristocratici o democratici, socialisti o no, sono tutti eminentemente burocratici; che i tre poteri non sono, come vorrebbe la distinzione classica, propriamente tre, bensì uni e trini. Vero è pertanto che il principio ministeriale si accampa fra i principi del governo dell’esistente in posizione di tutto predominio, quasi motore immobile o causa prima o Idea.
Su questa linea, appunto, la famosa distinzione dei poteri condificata dal Montesquieu si appalesa del tutto surrettizia: distinzione cioè fra gli attributi formali di un potere unico e mai scisso; avendosi così una Ministerialità legislativa, una esecutiva e una giudiziaria; onde lo stato di infelicità, di insicurezza, di frustrazione, di colpa, di angoscia, di follia dichiarata e di morte dei cittadini suol essere direttamente proporzionale al volume delle cosiddette provvidenze che li riguardano. Poiché l’apparato statale, e in genere l’apparato normativo e amministrativo di qualsiasi organizzazione umana, è portatore di una siffatta concezione della socialità per cui l’ordine burocratico modernamente si ciba non più e non soltanto del sangue e della carne (come già il Minotauro, tipico direttore generale dell’età preellenica) bensì piuttosto dell’anima e della ragione dell’uomo».

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Eccellenza Ill.ma

«Eccellenza Ill.ma Signor Signoria Presidente Nazione Presidente Tutti i Congressi della Repubblica Italia De Casparo Roma Eccellenzo Presidenti Roma del Governo Palazzo Chiggio del Ministro Signor De Casparo.
Il sottoscritto Pettoruto Sabato il giorno 34 settembre io mentre entrava nell’ufficio di collegamento per Ministero Lavoro Provvidenzaz Sociale Piazza Teatro io mentre chiedeva di entrare veniva impugnato da una pistola del Collegatore Arma Automatica per via politica Magnolfo Raffaele Pasquale Collegatore di tre impiegati seduti adempire di scrivere che mi sparò un colpo di mancato omicidio.
Io sottoscritto prega la Grandissima Signoria Presidente dei Ministri di tutta la Camera d’Italia di essere pagato dal Ministero come Cittadino Italiano.
Il Magnolfo ha due nomi dentro si chiama Pasquale e fuori si chiama Raffaele: non mi contento del Ministero se non è un milione di lire.
Buona Pasqua, De Casparo!»

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