Imre Kertész

Non aspettarsi niente

Leggendo L’impero del sole, di Ballard, continua a tornarmi in mente Essere senza destino, di Kertész: due scrittori che parlano della loro esperienza di bambini in campi di prigionia e nella guerra. Non è solo il tema, ovviamente, a ritornare ma anche l’approccio e le considerazioni di quei bambini. Entrambi dicono esplicitamente di non aspettarsi nulla dal mondo e dagli altri esseri umani, per cui non vivono l’esperienza con l’eccezionalità degli adulti, riescono persino fare ironia (ed è quella che fa più male, soprattutto in Kertész): danno per scontata e imparano da subito la crudeltà umana e la morte. I due bambini non provano astio verso i propri carcerieri o verso i nemici nominali determinati dagli schieramenti in conflitto, non attribuiscono valori intrinsecamente positivi alle nazionalità dei vari incontri, al massimo identificano l’intero genere umano nel vero nemico, come il professor Fuyutsuki in EoE. Il Jim di Ballard ripete almeno un paio di volte l’epifania di essere già morto, una consapevolezza che lo slega da qualunque contesto/legame sociale strutturato e lo pone di lato, al di là di tutto ciò che avviene davanti attorno dentro di lui; non ricordo se Kertész usasse le stesse parole, ma mi sembra che il concetto riverberasse anche nelle sue pagine, attraverso i suoi scritti successivi (almeno fino a quando, ne L’ultimo diario, la vecchiaia forse lo fa aggrappare a qualcosa di più terreno, schemi già visti e meno interessanti) fino a sublimare nell’esplicitazione della futilità della vita in sé, non della vita nei campi.

catalogare/archiviare/ricordare

Colpito da un flusso di informazioni costanti, alla ricerca di nuovi canali percettivi per poterne assorbire ancora di più, mi trovo spesso a dimenticare ciò che mi passa sotto gli occhi, nelle orecchie, per qualche millesimo di secondi fra le sinapsi del cervello. Nel disperato tentativo di dare senso a quelle brevi scariche elettriche (ammesso che sia possibile), ho bisogno di ricordare, archiviare, catalogare, per potere poi costruire nuovi ponti/mondi/connessioni neurali.
Continue Reading →

Parole del 2015

Quando non gliene frega più nessuno, quando ogni cosa ha perso di senso, quando ci si è trovati al cospetto della morte, nudi e indifesi ancora una volta, come sempre, ora, senza nessun motivo, mi è venuta voglia di fare quel gioco della settimana delle classifiche. Senza classifiche. Senza regole. Senza niente.

Solo qualche libro che mi è passato per le mani e vale la pena di essere ricordato.
Continue Reading →

Il pensiero del suicidio

Il pensiero del suicidio arriva verso sera, quasi a orario fisso. A quest’ora è più attraente. Quando declina il giorno aumenta la sua forza di seduzione e penetra sotto la pelle come la linfa tropicale, ammorbidisce i muscoli, distende le viscere, trascina la testa verso le budella, dissolve le ossa, mi colma di ribrezzo dolciastro, abbandonarsi al quale è nauseabonda lascivia. Una cosa posso configgergli dentro: il mio affetto inquieto per mia madre.
Nonché la mancanza dei mezzi. Il revolver di mio padre: ma lo tiene in cassaforte. Ho mancato di procurarmene uno mio: di questi tempi è abbastanza difficile. Eppure è il modo più vantaggioso, a causa della sua praticità, la pulizia e l’indicibilmente semplice colpo, dopo il quale immagino un silenzio profondo e niente altro. Tutto prevede altro lavoro e tribolazione. Impiccarsi: la scelta della corda, poi un posto buono sotto il soffitto, poi la realizzazione del nodo e la prova — e poi ancora la sedia che devo pure cacciarmi di sotto? Poi lo scricchiolio — e qui non potrei più oppormi alla visione, a questa inevitabile scortesia che farei agli occhi dei miei cari. Povera mamma!… Oppure gettarmi sul Grande Viale. Ma il volo, il tempo di arrivare giù, la visione, come l’asfalto si avvicina ai miei occhi con un unico strattone e, poi, quell’urlo! — I farmaci, poi, mi fanno schifo.
Certo, anche la vita è un modo per suicidarsi: lo svantaggio è che dura formidabilmente a lungo.

Continue Reading →

Le classifiche del 2013 #5: 9 libri e 3 fumetti

Questa classifica comprende libri letti nel 2013 e non del 2013, perché non sono sul pezzo nelle letture (e non mi interessa neanche esserlo, con la musica e il cinema già un po’ di più, anche se sono comunque tendenzialmente poco reattivo alle novità). L’unica uscita del 2013 presente nella classifica di oggi è il primo fumetto, che poi è una riedizione deluxe di un fumetto seriale (chissà quale!) uscito nel 2009.


Continue Reading →