Paul Auster

Il perturbante che migliora la vita

In questi giorni, per un motivo o per l’altro, ho riguardato le prime due puntate di Neon Genesis Evangelion e mi sono ricordato di uno dei (tanti) momenti perturbanti di questa serie-anime (la migliore di tutti i tempi, a scanso di equivoci), uno di quei momenti di smarrimento che poi ricorderò come bellissimi, come l’alba di una nuova era della (mia) mente.
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Gioco suicida

L’inutilità si somma all’angoscia nei centri commerciali: asettici, ridondanti, aggressivi, inumani. Nei momenti di maggior ottimismo mi convinco che i motivi per rercarsi in un centro commerciale nell’era di internet diventino sempre meno e che, viceversa, siano destinati a sopravvivere quei rari luoghi che ancora vendono oggetti sfuggiti ai tentacoli della rete. Questo sarà sempre più difficile, ovviamente, ma mi voglio illudere.
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City of glass

Sto usando la scusa della mia prima visita a New York per rileggermi la Trilogia di New York, questa volta in inglese.
Iniziando City of glass ho pensato che questa era la quarta o quinta volta che lo leggevo (fra traduzione italiana, fumetto (prima in spagnolo poi in italiano)), ma che non ricordavo esattamente quell’incipit lì (e anche le pagine successive sono una sorpresa grande quasi quanto la prima volta).
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Stimoli

Prima di pranzo ho sfruttato il terrazzo per l’ultima volta forse (abbiamo i muratori in casa), finendo di leggere Pubblici discorsi di Paolo Nori.
Ci sono autori (dovrei dire libri, ma dico autori) che mi stimolano molto, e mentre li leggo, o subito dopo, non riesco a stare fermo con la testa, i pensieri si accumulano, le riflessioni, le idee sorgono spontanee. Questi autori (Auster, DeLillo, Bernhard e altri, anche Nori) mi danno soprattutto stimoli. Stimoli a leggere e scrivere altro. Persino sul blog, che ultimamente stava perdendo un po’ d’attrattiva.
E quindi ci scrivo.

Per la verità

Nei romanzi che compongono la Trilogia si narra di sparizioni inspiegabili, investigazioni improvvisate, scambi di ruolo, osservatori che si scoprono osservati, intrecci di vita governati dal caso. E in una delle ultime pagine si legge: «In sostanza, le tre storie sono una storia sola, ma ognuna rappresenta un diverso stadio della mia consapevolezza di essa». Dunque, a questo punto le chiedo un aiuto per orientare meglio i lettori.
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Le non-classifiche del 2014 #3: qualche libro (e un fumetto)

Ancora niente classifiche, solo titoli, e in questo caso neanche dell’anno passato.
Semplici libri (e fumetti) letti durante il 2014.
Viste le date di pubblicazione della maggior parte dei libri citati, qui la dicitura “dell’anno” qui fa particolarmente ridere.
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