Ieri sera non sono andato a vedere/sentire Matt Elliott a Bologna per vari motivi, fra cui quello che sono vecchio, così mi sono ascoltato a ripetizione il nuovo album. Diverso per la presenza di un gruppo vero e proprio, diverso per la compresenza dell’anima gemella del cantautore (la sua versione drum ‘n bass) Third Eye Foundation, diverso anche per la copertina che stacca nettamente con le precedenti (purtroppo mi viene da dire). La prima cosa che fa pensare è anche il titolo dell’album, non che Elliott non sia solito a titoli lunghi e/o particolari (vedi la bellissima suite del precedente album “If Anyone Tells Me, ‘It Is Better to Have Loved and Lost Than To Have Never Loved At All,’ I Will Stab Them in the Face”), ma il fatto è che dopotutto Only Myocardial Infarction Can Break Your Heart è un titolo positivo, al contrario di molti altri (come quello appena citato), che sembra alludere alla possibilità di andare oltre, o quantomeno l’impossibilità di essere fermati e distrutti se non fisicamente.
Così, quando mi sono apprestato ad ascoltare per la prima volta il nuovo album di Elliott avevo qualche dubbio e curiosità in più rispetto alle volte precedenti. Continue Reading →