Crash fuori stagione. Non c’è bisogno di aggiungere altro.
racconti
Contro i gourmet
Mangiare troppo è un problema (del e da primo mondo): contro i gourmet.
La mostra delle atrocità
Altro racconto settimanale, il titolo questa volta è importante: la mostra delle atrocità.
Hanno tutti ragione
Ecco un altro racconto settimanale per Fantastico!, uno di quelli a cui sono più affezionato: hanno tutti ragione.
Il mastino dei Baskerville
Questa settimana ho scritto qualcosa di diverso, anche come tono, con più riferimenti meta del solito, pur rimanendo dentro alle regole che ho imposto al mio gioco.
Si chiama Il mastino dei Baskerville, questo racconto per Fantastico! #28.
Stagioni diverse
Col titolo sbagliato, ma su Fantastico #27 è uscito anche stagioni diverse.
Fantastico! #25: Isola di cemento
Altro racconto pubblicato su Fantastico!: Isola di cemento.
La struttura del cosmo
Uscito un altro racconto per Fantastico, link diretto.
Questa cosa dei racconti mi sta coinvolgendo abbastanza: meno difficile emotivamente e regala anche qualche soddisfazione in più.
O almeno spero.
Di questo mondo e degli altri
Oggi è uscita una cosa scritta da me da qualche parte, un racconto. Qualunque cosa sia, è la prima da anni. Non che significhi qualcosa di particolare, ma si tratta pur sempre di qualcosa scritto da me e pubblicato tramite un intermediario diverso da me, e sottintende in ogni caso un filtro, un vaglio e un’approvazione altra (pur con tutte le riserve del caso, pur rimanendo trasversale, aggettivale, consustanziale, pur pur purr come fanno i gatti). Insomma, è poco niente tutto, quantomeno un piccolo stimolo, un input di positività che mi fa marciare le dita un po’ più rapide del solito, disperdendo qualche strato di sabbia, ruggine e disillusione dalle mie articolazioni.
Ora spero che non rimanga un episodio felice e che diventi più facile anche per me penetrare l’impenetrabile, come se poi ci fosse qualcosa dall’altra parte.
La steppa
Si va innanzi, un’ora, due ore… S’incontra lungo la strada un antico tumulo misterioso o una «donna di pietra», messa Dio sa da chi e quando; vola rasente la terra, silenzioso, qualche uccello notturno e si ridestano a poco a poco nella memoria le leggende della steppa, i racconti dei pellegrini, le favole delle bambinaie native della steppa, e tutto ciò che da noi stessi si è potuto vedere e comprendere nella nostra anima. Nel brusio degli insetti, nelle figure misteriose e nei sepolcri, nel cielo e nella luce lunare, nel volo degli uccelli notturni, in ogni cosa veduta e sentita, balena la giovinezza, la bellezza, il rifiorire delle forze e una tremenda sete di vita: l’anima è un’eco della bella e crudele natura, vorrebbe volare sulla steppa insieme a un uccello notturno; e nell’eccesso di felicità, si prova tensione e ansietà come se la steppa avesse il senso della propria solitudine, come sentisse che la sua ricchezza e il suo incanto si perdono vanamente nel mondo, inutili a tutti, da nessuno cantati; sicché nel suo brusio sordo s’indovina un nostalgico richiamo senza speranza: un poeta, un poeta!