L’insegnamento politico di Gandhi – metodi di lotta assolutamente limpidi; rispetto per il nemico, secondo una lezione che è stata di tanti, dai cristiani migliori agli anarchici migliori (si combatte il peccato e non il peccatore, le idee e le pratiche che ne conseguono e non i loro singoli portatori) – è stato di individuare un metodo che mettesse radicalmente in discussione le idee e le pratiche correnti e che, basato su convinzioni etiche o religiose, chiedesse al ribelle e al militante di trasformarsi in persuaso. Fini e mezzi: la stessa cosa. Nelle grandi lotte come nelle piccole, nella vita quotidiana come in quella associativa, nel villaggio come nella grande nazione, come in tutto il pianeta. Solo così, intuisce e afferma Gandhi, e con lui altri profeti, si può cambiare il mondo non accettandone la china discendente, la caduta nella barbarie, la tentazione della fine.
Continue Reading →