Ti piacerebbe recarti in quella segreta come una Veronica e appoggiare un telo sul suo volto per incidervi il rictus sincero di chi sta per morire. È sincero qusto rictus? Forse la cultura non ci ha educati a scegliere il rictus della morte, persino l’ultima frase? Che griderebbe l’essere umano senza cultura davanti alla presenza della morte? Un urlo, il linguaggio più sincero, un urlo o in sua mancanza la tristezza biologica del rassegnato che apre le porte del corpo alla morte con una malinconia schiacciante, con gli occhi interiori chiusi davanti all’inevitabile.
e’ rest
giustificazioni
L’etica della resistenza, concludi, è qualcosa di più di una situazione storicizzata. È un principio, un atteggiamento di fronte al potere, poiché nel potere è connaturato il sospetto, e non lo dico così come un’eco del pensiero anarchico, bensì come constatazione empirica. Ogni potere ha tendenza a giustificarsi e autolegittimarsi avvalendosi di queste giustificazioni, e questo accade anche per il potere democratico.
not just words
A language is not just words. It’s a culture, a tradition, a unification of a community, a whole history that creates what a community is. It’s all embodied in a language.
un velo di cenere
Più in generale, si viveva un periodo ideologicamente strano, in cui ognuno in Europa occidentale sembrava persuaso che il capitalismo fosse condannato, e persino condannato a breve scadenza, che vivesse i suoi ultimissimi anni, senza che però i partiti dell’ultrasinistra riuscissero a sedurre al di là della loro clientela abituale di masochisti astiosi. Un velo di cenere sembrava essersi sparso sulle menti.
l’economia
Il delitto, disse a Jasselin, le pareva un atto profondamente umano, collegato naturalmente alle zone più oscure dell’essere umano, ma umano comunque. L’arte, per fare un altro esempio, era collegata a tutto: alle zone oscure, alle zone luminose, alle zone intermedie. L’economia non era collegata a quasi niente, solo a quanto c’era di più meccanico, di più prevedibile nell’essere umano. Non solo non era una scienza, ma non era un’arte, in definitiva non era quasi un bel niente.
impossibile
È impossibile scrivere un romanzo, gli aveva detto Houellebecq il giorno prima, per la stessa ragione per cui è impossibile vivere: a causa delle pesantezze che si accumulano. E tutte le teorie della libertà, da Gide a Sartre, non sono che immoralismi concepiti da scapoli irresponsabili. Come me, aveva soggiunto, cominciando la sua terza bottiglia di vino cileno.
l’uomo occidentale
“Che cosa definisce un uomo? Qual è la prima domanda che si pone a un uomo, quando ci si vuole informare della sua condizione? In alcune società, gli si chiede dapprima se sia sposato, se abbia dei figli; nelle nostre società, ci si interroga in primo luogo sulla sua professione. È il suo posto nel processo di produzione, e non il suo status di riproduttore, a definire innanzitutto l’uomo occidentale.”
messaggi
Essere artista, ai suoi occhi, significava innanzitutto essere sottomesso. Sottomesso a messaggi misteriosi, imprevedibili, che si dovevano dunque definire “intuizioni” in mancanza di meglio e in assenza di ogni credenza religiosa; messaggi che comunque comandavano in maniera imperiosa, categorica, senza lasciare la minima possibilità di sottrarvisi — a meno che non si volesse perdere ogni nozione di integrità e ogni rispetto di se stessi.
la parola scritta sulla parete
TULLIO Una nobilissima tradizione romana. Seneca e Lucrezio. Marco Antonio… Ma per quale ragione dovrei pensare al suicidio?
PUBLIO Ma come! È… è una via d’uscita!
TULLIO Il suicidio, Publio, non è una via d’uscita: è la parola «uscita» scritta sulla parete.
tanto più è simile alla verità
TULLIO Tutto ciò che non innalza il tono… è arte. Tutto ciò che non imita la vita ma fa tic-tac… Tutto ciò che è monotono… che non canta come un gallo… Quanto più una cosa è monotona, tanto più è simile alla verità.