e’ rest

tutto può essere

Quando K. esce dalla nebbia che nasconde il villaggio sotto al Castello, entra in una nuovaa normalità, che non ha nulla di straordinario o di sovrannaturale. Ma è incongrua, irrisoria, elusiva. K. percepisce le potenze ed è incerto su come chiamarle. Tutto può essere, a seconda del momento e della prospettiva, benevolo o malevolo.

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la ripetizione

Per alcune delle più grandi imprese, come Google, la sostanza che si muta in denaro e le nutre non è più il petrolio ma la pubblicità. L’imponente rilevanza economica, che è la faccia essoterica della pubblicità, non deve però distogliere dalla contemplazione della sua faccia esoterica, che è la ripetizione. Essenziale, per la pubblicità, è che si ripeta, così come gli atti rituali. La ripetizione garantisce la costanza del significato.

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nessuno vedrà mai un cubo

Non c’è punto di vista dal quale la scatola abbia l’apparenza di un cubo: si vedono sempre solo alcune facce, gli angoli non sembrano retti, i lati non sembrano uguali. Nessuno ha mai visto, nessuno vedrà mai un cubo. Per ragioni analoghe, nessuno ha mai toccato né mai toccherà un cubo. Se si gira intorno alla scatola, si genera una varietà infinita di forme apparenti. Nessuna di questa è la forma cubica.

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la bellezza

Senza curarsi dell’utilità di questi dati, l’occhio continua a raccoglierli. Anzi, quanto più inutili sono i dati, tanto più l’immagine è messa a fuoco. Ci si domanda perché, e la risposta è: perché la bellezza è sempre esterna, la bellezza è un’eccezione alla regola. Ed è questo – la sua ubicazione e la sua singolarità – che imprime all’occhio le più pazze oscillazioni o ne fa un cavaliere errante. Perché la bellezza è là dove l’occhio riposa – nella bellezza l’occhio ha la sua pace, per parafrasare Dante.

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se adesso

Ma il punto più importante, per me, nella fase impressionabile in cui mi imbattei in quel libro, fu che ne ricavai una lezione fondamentale in fatto di composizione: imparai che la qualità di un racconto non dipende dalla storia in sé ma dal montaggio. Senza volere, finii con l’associare questo principio con Venezia. Se adesso il lettore soffre, ecco la ragione.

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il fluire di un’acqua limacciosa

Da queste pagine, in altre parole, potrà non venir fuori un racconto, una storia, bensì il fluire di un’acqua limacciosa «nella stagione sbagliata dell’anno». A volte appare azzurra, a volte grigia o bruna; invariabilmente è fredda e non potabile. Il motivo per cui mi ingegno a filtrarla è che contiene tanti riflessi, tra i quali il mio.

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incipit

Molte lune fa il dollaro era a quota 870 e io ero a quota 32. Il globo era anch’esso più leggero – due imliardi di anime in meno –, e il bar della Stazione, in quella gelida sera di dicembre, era deserto.

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l’invisibile

Dal momento che nessuno di questi uomini ha mai detto o scritto una parola per spiegare perché preferisca passare inosservato e vivere senza alcuna ambizione nelle modeste stanze sul retro della propria casa pressoché insignificante, posso dire solo che intuisco, in ognuno di loro, una tranquilla determinazione a dimostrare che le pianure non sono ciò che molti dei loro abitanti ritengono che siano. Non sono, cioè, un grande teatro che aggiunge significato agli eventi che si recitano al suo interno. Non sono nemmeno un immenso campo d’azione per esploratori d’ogni genere. Sono, semplicemente, una comoda fonte di metafore per chi sa che sono gli uomini a inventare i loro significati.
[…]
Eppure, l’alba del mattino seguente allontana questi dubbi, e nel momento in cui non riesco più a guardare quell’orizzonte che mia bbaglia decido che l’invisibile è solo ciò che è troppo illuminato.

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notevoli congetture

E come le migliaia di lettori di quelle opere, mi sono meravigliato delle speculazioni che si trovano nel cuore dell’argomento che studiano, delle conclusioni difese con veemenza da uomini che pure ammettono essere indifendibili. Come molti uomini delle pianure, non sento il bisogno di adottarne alcuna. Sostenere che queste ipotesi, poste con tanta delicatezza, vengano in qualche modo dimostrate o risultino convincenti, sembrerebbe squalificarle. E chiunque facesse così, farebbe la figura di un accaparratore di certezze o, ancora peggio, di un folle che cerca di usare le parole per lo scopo meno appropriato, cioè per giustificare un effetto ottenuto con le parole.
Una delle attrazioni principali di queste notevoli congetture è che nessuno è in grado di usarle per influenzare la comprensione della propria vita.

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pianure a cui non avete mai pensato

Se facessi delle mappe con tutte le vostre pelli. Intendo, ovviamente, delle proiezioni, come quelle di Mercatore. Se poi ve le mostrassi, tutte, riconoscereste la vostra? Potrei addirittura dirvi che le macchie sono minuscole città, o folti gruppi di alberi sparsi su pianure a cui non avete mai pensato, ma cosa potreste dirmi di quei luoghi?

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