La mente è una specie di teatro, dove le diverse percezioni fanno la loro apparizione, passano e ripassano, scivolano e si mescolano con un’infinita varietà di atteggiamenti e di situazioni. Né c’è, propriamente, in essa nessuna semplicità in un dato tempo, né identità in tempi differenti, qualunque sia l’inclinazione che abbiamo a immaginare quella semplicità e identità. E non si fraintenda il paragone del teatro: a costituire la mente non c’è altro che le percezioni successive: noi non abbiamo la più lontana nozione del posto dove queste scene vengono rappresentate, o del materiale di cui è composta.
e’ rest
sul più alto trono del mondo
È una perfeyione assoluta, e quasi divina, saper godere lealmente del proprio essere. Noi cerchiamo altre condizioni perché non comprendiamo l’uso delle nostre, e usciamo fuori di noi perché non sappiamo che cosa c’è dentro. Così, abbiamo un bel montare sui trampoli, perché anche sui trampoli bisogna camminare con le nostre gambe. E sul più alto trono del mondo non siamo seduti che sul nostro culo.
ogni altro fine
Se qualcuno mi dice che è un avvilire le Muse il servirsene soltanto di gioco e di passatempo, costui non sa come me quanto vale il piacere, il gioco e il passatempo. Starei quasi per dire che ogni altro fine è ridicolo.
quel bel filosofo
Quel bel filosofo si cavò gli occhi per liberare l’anima dal disordine che gliene veniva, e poter filosofare in maggior libertà. Ma allora avrebbe dovuto anche farsi turare gli orecchi, che Teofrasto dice essere lo strumento più pericoloso che abbiamo per ricevere impressioni violente che ci turbano e ci mutano; e avrebbe dovuto privarsi infine di tutti gli altri sensi: cioè del sue essere e della sua vita.
non sarebbe molto saggio
Si dice che un nuovo venuto, che chiamano Paracelso, cambi e rovesci tutto l’ordine delle regole antiche, e sostenga che fino a questo momento essa ha servito solo a far morire gli uomini. Io credo che lo dimostrerà facilmente; ma mettere la mia vita alla prova della sua nuova esperienza, trovo che non sarebbe molto saggio. Non bisogna credere a chiunque, dice il precetto, perché chiunque può dire ogni cosa.
vi dirò grazie
I Tasi, in ricompensa dei benefici che avevano ricevuto da Agesilao, gli vennero a dire che lo avevano canonizzato: «Il vostro popolo» egli disse loro «ha questo potere di far dio chi gli piace? Fate dio, per prova, uno di voi, e poi, quando avrò visto come se ne sarà trovato, vi dirò grazie della vostra offerta».
lo credo bene
Fu detto a Socrate che un tale non si era per niente emendato durante un viaggio: «Lo credo bene», diss’egli «si era portato con sé».
do we call this trying?
People
Do we call this trying?
We’re hopeless
Forget the denying
Our souls are corrupt
Our minds are messed up
Our consciences bankrupt
Oh, we’re fucked
questo
È andata così: l’adulto più volte aveva disegnato qualcosa per il bambino e gli aveva detto: «Questo è un uomo», «Questa è una casa», ecc. E ora il bambino fa anche lui dei segni e chiede: e questo cos’è?
morire è scomodo
I miacoli sono ormai superati e non si addicono alla mentalità di oggi. Fare opera di catechesi presso il popolo costa troppa fatica; interpretare le Scritture è un esercizio pedante; pregare è una perdita di tempo, piangere è cosa da donnette, essere poveri è un’onta, lasciarsi vincere è indegno e indecoroso per colui al quale i potenti della terra si onorano di baciare i piedi, morire è scomodo e farsi crocifiggere è addirittura infamante.