Esercizi di stile: geometrico

Inforco un telaio triangolare e spingo dei cerchi fino a quel parallelepipedo chiamato ufficio.
Tramite due piccoli cilindri schiacciati ascolto delle frequenze note come Wire.
Non faccio in tempo a rimuovere dal mio corpo dei solidi piuttosto irregolari, che il mio capo (un agglomerato di sfere poste una sopra l’altra) mi aggredisce con parole non euclidee. Non comprendo, ovviamente, finché non si parla di coordinate precise: applicazioni, documenti, analisi scritte.
Non ho nulla a che fare con queste figure, ma posso procurarmele digitando sui parallelepipedi a base quadrata nota come tasti. Incredibile come mi basti muovere le dita su questi solidi semoventi per ottenere le figure regolari richieste e inoltrarle al mio capo.
La sfera dalla quale esce la voce del mio capo reparto non è più rossa, ma anzi presenta irregolarità sulla superficie che potrei apostrofare come benevole, se solo questo aggettivo avesse un senso, geometricamente parlando.

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