Esercizi di stile: interrogatorio

– A che ora, nel giorno in oggetto, è arrivato al lavoro?
– Alle otto e zero cinque, credo.
– E come è giunto al suddetto lavoro?
– In bicicletta.
– Faceva freddo?
– Sì, abbastanza.
– Ascoltava musica, in bici?
– Beh, ecco sì.
– E cosa?
– Kavinsky, credo.
– Le dovremmo fare la multa, ma non siamo qui per questo.
– Grazie.
– Aspetti a ringraziarci. Continui a raccontarci la giornata lavorativa.
– Ma niente, mi ha chiamato subito il capo reparto e mi ha chiesto una cosa…
– Non si ricorda le parole esatte?
– No, il capo di solito non è molto preciso nei suoi discorsi, capisce
– Vada avanti.
– Alla fine ho capito che voleva l’analisi scritta e dettagliata di una nuova applicazione web che avevamo comprato.
– Che applicazione web?
[il teste riporta il nome dell’applicazione]
– E lei l’ha fatta questa analisi?
– Ecco, no, capisce, è un lavoraccio di reverse engineering che non ha molto senso, se si può contattare il produttore dell’app.
– E lei l’ha contattato?
– Sì, ho scritto alla [nome della ditta dove lavorava la vittima].
– E le ha risposto la vittima quindi?
– Credo di sì, almeno si è presentato come programmatore referente per questo progetto e…
– E cosa le ha scritto?
– Eh, mi ha mandato l’analisi che voleva il mio capo, l’avevano già fatta loro, ovviamente.
– Cosa è ovvio o no, lo decidiamo noi qui. Cosa le ha scritto esattamente?
– Non ricordo le parole, ma la mail è ancora archiviata nei server aziendali, si può recuperare.
– Lo faremo quanto prima. A che ora le ha risposto?
– Era il primo pomeriggio, dopo la pausa pranzo.
– Non si ricorda l’orario preciso?
– No, mi dispiace, ma anche quello si può recuperare.
– Provvederemo. E cosa ne ha fatto quindi del documento inviatole dalla vittima?
– L’ho girato al capo reparto.
– E qual è stata la sua reazione, del capo reparto?
– Mi ha ringraziato, ecco. Nient’altro.

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