frammenti

E pensa: siamo frammenti gli uni degli altri. È sempre stato così?
Quell’istante di un viaggio in Europa, abbandonato nel mare grigio del nastro cancellato… è più vicina, adesso, o più reale, solo perché è stato con lei ad Atene?
Lei l’aveva aiutato a ottenere i documenti, gli aveva trovato il primo impiego all’A.S.P. Era quella la loro storia? No, la storia era il frontale nero dell’induttore delta, l’armadio vuoto, il letto disfatto. La storia era il disgusto per il corpo perfetto in cui si svegliava se mancava la corrente, la rabbia per il guidatore di taxi a pedali, lei che non si era voltata a guardarlo attraverso la pioggia contaminata.


[William Gibson, Frammenti di una rosa olografica (da La notte che bruciammo Chrome)]