Prendi la cosa dal suo lato divertente, giacché è spassoso, e ne vale la pena, assistere come spettatore, fino all’ultimo atto, a questa grande tragicommedia che è la storia del mondo; e da ultimo potrai goedere del piacere tutto particolare di stare alla fine di tutte le cose come unico superstite sulla cima più alta e fischiare da solo l’intera rappresentazione, per poi precipitare, selvaggio e furioso come un secondo Prometeo, nell’abisso.
[Bonaventura (Ernst August Friedrich Klingemann), Veglie, 1804,
trad. Patrizio Collini, Marsilio 1990, p. 101]