da una prospettiva impossibile

Lo sguado dei tedeschi la faceva sentire protetta perché non rivelava assolutamente nulla. Movimenti meccanici e sereni che la confondevano: erano due vacche sacre, scavate e senza muscoli, che ondeggiavano la testa a un ritmo impercettibile, le braccia nell’acqua, in grembo. Con gli occhi della nuca, Gaia vedeva gli chalet, tutti vicini più quello distante, il Polynesia, la tomba tiki che Marco si stava costruendo. Ciò che non vedeva, che intuiva soltanto, è che dietro al Polynesia, affacciati dalle creste delle montagne, provenienti dal futuro, c’erano schiere di invisibili osservatori paganti che, da una prospettiva impossibile, il filtro della scrittura, continuavano a guardare il corpo nudo della giovane donna per l’eternità, senza liberazione, senza sfogo, la cosa nuda messa lì in eterno per alludere alla verità senza poterla dire.


[Francesco Pacifico, Il capo
Mondadori 2023, pp. 70-71]