il metafisico e l’ironico

Il metodo tipico del metafisico consiste nel rinvenire dapprima una qualche manifesta contraddizione tra due ovvietà, tra due proposizioni intuitivamente plausibili, per poi operare una distinzione che la risolva. Quindi egli inserisce quest’ultima in una rete complessa di distinzioni — in una teoria filosofica — che la sollevi da un po’ di responsabilità. Questo metodo per costruire teorie è lo stesso usato dai giudici quando devono risolvere casi difficili e dai teologi quando devono interpretare testi difficili. È l’attività che il metafisico considera il paradigma della razionalità.
[…]
Il metafisico ritiene che, sopra ogni cosa, si ha il dovere intellettuale di accompagnare le proprie tesi più controverse con argomentazioni, che a loro volta comincino da premesse relativamente meno controverse. L’ironico pensa che queste argomentazioni — argomentazioni logiche — a modo loro vanno benissimo, sono utili strumenti espositivi, ma che alla fin fine non sono molto di più che un sistema per indurre la gente a cambiare le sue pratiche e non doverlo ammettere.


[Richard Rorty, La filosofia dopo la filosofia (Contingency, irony and solidarity),
trad. Giulia Boringhieri, Laterza 1994, pp. 94-95]