la bellezza

Senza curarsi dell’utilità di questi dati, l’occhio continua a raccoglierli. Anzi, quanto più inutili sono i dati, tanto più l’immagine è messa a fuoco. Ci si domanda perché, e la risposta è: perché la bellezza è sempre esterna, la bellezza è un’eccezione alla regola. Ed è questo – la sua ubicazione e la sua singolarità – che imprime all’occhio le più pazze oscillazioni o ne fa un cavaliere errante. Perché la bellezza è là dove l’occhio riposa – nella bellezza l’occhio ha la sua pace, per parafrasare Dante.


[Iosif Brodskij, Fondamenta degli incurabili, 1989,
Adelphi Edizioni 1991, trad. Gilberto Forti, p. 88]