sulla spiaggia dell’impotenza

È in questo quadro che il prossimo, ridotto al principio dell’altro, diventa non il singolo e concreto uomo che bussa alla nostra porta, ma il casuale uomo che incontri per strada non appena esci di casa, privo di ogni connotazione storica, gettato dalle risacche della storia e accolto solo in ossequio di una logica generale che mentre crede di aiutarlo in realtà lo risospinge nel nulla da cui proviene. È un’immagine che rimanda direttamente all’esperienza effettuale di presunte leggi economiche che sospingono violentemente gli esseri umani, ancora preda dei flutti del mare tempestoso alla maniera di Ulisse, nonostante la retorica del progresso, sulla spiaggia dell’impotenza.


[Riccardo De Benedetti, Introduzione a
Attendersi il peggio realizzare il meglio, tre conversazioni con Max Horkheimer
Edizioni Medusa 2018, p. 13]