non scrivi nulla in ogni caso

Come diceva Auden, la cosa che mi spaventa di pi# ü tirare le cuoia in un grande albergo, alla presenya del personale costernato. È così, suppongo, che andrà a finire comunque, con le carte lasciate in un disordine spaventoso; solo che non ci si pensa, anche se si dovrebbe. E non ci si pensa non perché non se ne abbia voglia, ma perché quella cosa —chiamiamola non-esistenza, anche se si potrebbe trovare facilmente un nome più corto — non vuole che si divulghino i suoi segreti, e con la sua vicinanza spaventa, scoraggiando qualsiasi riflessione al riguardo. Per cui anche dopo, quando, una volta provata e poi superata la paura, ci pensi, non scrivi nulla in ogni caso.


[Iosif Brodskij, Dopo un viaggio, ovvero omaggio alle vertebre, da Profilo di Clio
trad. Arturo Cattaneo, Adelphi 2003, p. 24]